Fantapublisys: Gol, VAR e soft skills – Il lato “serio” del fantacalcio in azienda.

Chi l’avrebbe mai detto che tra una call e una consegna ci saremmo ritrovati a commentare gol all’ultimo minuto, ammonizioni beffarde e cambi modulo come se fossimo in panchina?

E invece è successo. Quest’anno abbiamo lanciato Fantapublisys, la nostra prima edizione di fantacalcio aziendale: iniziata lanciata con curiosità, ha coinvolto in modo trasversale oltre la metà dei dipendenti, trasformandosi in qualcosa di molto più grande di un semplice passatempo. Il tutto su una piattaforma realizzata interamente da un nostro collega, a dimostrazione che talento, creatività e spirito di iniziativa non mancano neanche… fuori dal “proprio” campo.

Il calcio d’inizio per nuove connessioni

Il fantacalcio ha portato leggerezza, ironia e occasioni di dialogo anche tra colleghi e colleghe di team diversi.
La classifica settimanale è diventata un pretesto per chiacchierare, scambiarsi battute davanti a un caffè, sfidarsi con fair play (e una punta di sana competizione).

È stato interessante scoprire come un gioco condiviso possa creare connessioni e rendere piacevoli anche le giornate più frenetiche.

Un gioco, tante competenze in campo

All’inizio della stagione, tutti con lo stesso budget e la stessa lista di giocatori. Nessuna trattativa: solo strategia, intuito e costanza.

Indipendentemente dalla classifica, il fantacalcio ha stimolato competenze trasversali utili anche nel lavoro, come:

  • Pensiero analitico, per interpretare dati, statistiche e tendenze giornata dopo giornata.
  • Gestione del tempo, perché anche ricordarsi di schierare la formazione è un piccolo atto di responsabilità.
  • Problem solving, tra squalifiche improvvise, turnover last minute e attaccanti che… non attaccano.
  • Tenacia e resilienza, perché la differenza la fa chi non si arrende di fronte alle difficoltà.
  • Determinazione, per non mollare mai la presa sulla classifica, nemmeno quando il podio sembrava lontano.

Una cultura aziendale che si allena

Il Fantapublisys ci ha ricordato una cosa importante: anche nel lavoro, come nello sport, contano lo spirito di iniziativa e la capacità di affrontare con lucidità ciò che non possiamo controllare e di accogliere gli imprevisti senza perdere motivazione (tipo il gol annullato dal VAR…).

E se ogni progetto fosse come un campionato?
Serve visione, strategia e la capacità di adattarsi agli imprevisti, giornata dopo giornata.
Ma, proprio come nel gioco, non si vince mai da soli: anche nelle attività individuali, è l’ambiente che ci circonda a fare la differenza — quello che motiva, che ispira… e che ci ricorda di schierare la formazione.

Lo rifaremo?

Lo abbiamo chiesto con un breve sondaggio a chi ha partecipato, e le risposte parlano chiaro: il Fantapublisys ha creato legami, rafforzato il senso di appartenenza e migliorato il clima aziendale. Un gioco che si è rivelato un alleato per il benessere organizzativo e per una cultura aziendale più coesa e inclusiva.

Nel frattempo, tra bonus sudati, malus imprevisti e formazioni dimenticate all’ultimo, abbiamo riscoperto una cosa semplice: anche giocando si può crescere. Forse è proprio da qui che nasce la lezione più bella: portare nel lavoro una consapevolezza nuova… e magari già guardare al prossimo fantamercato.

Perché è nel gioco che, spesso, emergono capacità e attitudini che il lavoro quotidiano non sempre permette di sperimentare.
E non è un caso se un numero significativo di partecipanti ha espresso interesse per altre attività simili: segno che iniziative di questo tipo non solo coinvolgono, ma lasciano il segno.